L’educazione dei figli: questa (spesso) sconosciuta


L’altro giorno sono stato alla festa di compleanno di mia nipote. Avendo lei 4 anni potete immaginare l’allegro caos che regnava alla festa, con una trentina di bambini che correvano da tutte le parti e genitori più che altro d’ingombro, intenti a fare quattro chiacchiere tra loro.

Mi sono avvicinato al buffet insieme a mio figlio per prendergli una pizzetta (in realtà erano due, una anche per me…) quando ho assistito ad una scena che mi ha fatto riflettere.

Un bambino, dell’età apparente di 4-5 anni, prendeva letteralmente a pugni il braccio di suo padre, intento a versargli del succo di frutta nel bicchiere. Nonostante il sorriso sulla bocca, i pugni erano dati con forza, tutta la forza di cui può disporre un bambino di quell’età. Tanto è vero che dopo qualche scarica, il padre ha iniziato a massaggiarsi il braccio.

Ma la cosa inquietante è stata la reazione del genitore: invece di farlo smettere gli ha sorriso tranquillo e lo ha lasciato fare.

Io tra me e me ho pensato: razza di idiota, ma come cavolo allevi tuo figlio? Come ti viene in mente di insegnare a tuo figlio a dare i pugni o, se non lo hai fatto tu, non intervenire per fargli capire che sono cose che non si devono fare?
Se tu lo lasci fare, bifolco che non sei altro, come pensi di spiegare a tuo figlio che non deve dare pugni agli altri bambini? 

A volte mi sembra di vivere in un mondo parallelo dove la follia è l’unica legge in vigore.

Genitori che arrivano a casa di altri o alle feste e dicono ai figli “Andate e distruggete”, perché tanto non è casa loro. Genitori come quello di cui ho appena raccontato che ridono mentre i figli fanno qualcosa che non dovrebbero fare. Adulti che continuano a pensare che ai propri figli si possa far fare di tutto tanto poi ci vuole un attimo per rimetterli sulla retta via.

Mi viene da dire che certa gente dovrebbe ricordare che concepire un figlio può essere facile, ma educarlo non lo è: e se ti senti tanto ganzo da avere un figlio devi anche assumerti la responsabilità di insegnargli ad essere una persona civile. 

Un bambino ha diritto di provare a ribellarsi, ha diritto di sbagliare, ha tutti i diritti del mondo, ma sta ai genitori stabilire dei limiti. E per metterli bisogna dire dei “no”, bisogna punire (in maniera che la punizione sia un insegnamento, non una repressione), bisogna fare cose che costano forse più sacrificio a noi genitori ma che servono alla formazione dei figli.

Poi anche noi possiamo sbagliare, ci mancherebbe. Nessuno ha la bacchetta magica. Ma un conto è sbagliare “facendo”, un conto è “non fare mai”, non intervenire. 

E non sto parlando di interventi tipo SOS Tata, anche un personaggio come Tata Lucia che chiacchiera tanto, scrive caterve di libri in cui predica su cosa fare e cosa non fare e poi si vende alla pubblicità della Nutella dicendo che fa bene ai bambini penso abbia una credibilità molto relativa (QUI il commento di altroconsumo.it).

Ci ho pensato perché possiamo passare giorni, settimane, mesi a parlare male dei politici, a dire che rubano, che sono degli approfittatori, eccetera, ma se allo stesso tempo non ci dedichiamo ad insegnare ai nostri figli a stare al mondo allora è meglio stare zitti.

Tempo fa un amico mi raccontava questo episodio avvenuto alla scuola d’infanzia. Un bambino, nel cortile, prende un sasso e lo tira verso un altro bambino, colpendolo alla testa. La madre viene convocata dalla Preside e dopo essersi sentita raccontare le gesta di suo figlio ha il coraggio di replicare: “Ma perché mio figlio aveva a disposizione un sasso?”.

La storia è sempre la stessa: per noi o per i nostri figli abbiamo sempre la scusa pronta, non è mai colpa nostra, sono sempre gli altri in difetto.

Non lo so, resto perplesso da certe situazioni. E volevo condividere questa sensazione.

3 pensieri riguardo “L’educazione dei figli: questa (spesso) sconosciuta

    1. Beh, Fra, io credo che tutto dipenda da come noi, a nostra volta, siamo stati educati. Anche questa è eredità: se tua madre, maestra elementare, ti ha trasmesso un certo tipo di educazione sicuramente te ne ricorderai quando dovrai crescere i tuoi figli. Tempo fa a Napoli sulla funicolare una scolaresca faceva un po’ di chiasso e la maestra ha richiamato un suo alunno dicendogli che quel comportamento era sbagliato e che si sarebbe dovuto vergognare. A quelle parole una signora è intervenuta dicendo che si trattava di bambini… E lì la maestra è stata grandissima: ha ricordato alla signora che era lei a dover gestire la situazione. Ecco, le avrei fatto un applauso. I bambini devono vedere una figura un minimo autoritaria davanti a loro altrimenti è finita…

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      1. Sapessi… sapessi…
        Sapessi come vanno a finire in certi casi (al limite del buon senso umano) in cui l’insegnante pretende solo UN PO’ di silenzio e attenzione.
        Il mondo gira al contrario, vissuto sulla mia pelle e su quella di chi mi sta vicino…
        Il più delle volte, se ci penso rimango senza parole!

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