Ogni mattina… (cronache di un genitore inviperito)


Ogni mattina, come moltissimi genitori, accompagno mio figlio a scuola.

Ogni mattina, dopo averlo accompagnato, mi congratulo con me stesso per non aver compiuto una strage.

Ogni mattina, quando accompagno mio figlio a scuola, mi pento di non aver fatto una strage il giorno precedente.

Di chi? Di altri genitori! E di chi altrimenti?

Le “categorie” (chiamiamole così) che mi fanno imbestialire sono tante e sono sicuro che molti di voi ne avranno altre da suggerire.

La prima categoria è quella degli intasatori: chiamo così quelli che con la loro macchina riescono a bloccare il traffico della strada. Come per molte scuole anche quella dove va mio figlio ha un ingresso che si affaccia su una strada abbastanza stretta, con parcheggio semi-ufficiale sul lato opposto e parcheggio improvvisato sul lato ingresso in occasione dell’entrata e dell’uscita dei ragazzi. E fin qui tutto normale. Quelli che mi fanno davvero impazzire di gioia sono quelli che mentre le macchine sono tutte parcheggiate ordinatamente una dietro l’altra, si sentono in dovere di dover lasciare la macchina… in diagonale. E quei 20 cm di spigolo di bagagliaio che sporgono sulla strada, quando ci sono vetture che si spostano in entrambi i sensi di marcia, fanno tutta la differenza del mondo. TUTTA. C’è una mamma che ha una Mini e con quella macchina grande come un sacchetto di patatine riesce a creare l’ingombro di un Hummer. Non ce la fa a stare parallela al marciapiede, è più forte di lei. Ho provato a farglielo notare, ma sembra refrattaria anche agli improperi di chi non è stato calmo come me. Mi sa che senza andare a cercare mille spiegazioni, semplicemente, come a tanti, non frega nulla di creare disagio agli altri. Un po’ come non frega nulla a quelli che si fermano in mezzo alla strada per far scendere i bambini dalla macchina. Attenzione, non sto parlando di quelli che si vedono messi male con i tempi e fanno scendere i pargoli al volo, cosa che può essere capitata a chiunque. No. Parlo di quelli ai quali pesa talmente tanto il sedere (che poi è strano, sono seduti in macchina, non dovrebbero accusare così fortemente il disagio) che lo fanno regolarmente. Tutti i santi giorni. Ed intanto le macchine dietro aspettano. Perché tanto, vero, non siamo tutti nella stessa barca. 

Menzione speciale, in questa categoria, per le persone che hanno dei problemi di percezione dell’ingombro effettivo della propria vettura. L’altro giorno ho accompagnato mia moglie in concessionaria e quando stavamo venendo via ci siamo trovati dietro una signora che si è bloccata al momento di passare attraverso il cancello di uscita. Che era aperto a metà, ma che lasciava comunque ben più di due metri di spazio. Lei non era per niente sicura di passarci. Ha abbozzato un tentativo, ha provato a cambiare strada (per andare dove, poi, non si sa), poi si è fermata. Le ho sfanalato come per dire “Dai, su, fatti coraggio” e mi ha chiesto “Ma ci passo???“. Le ho risposto che ci sarei passato io che ho una macchina che a occhio e croce è larga una volta e mezzo la sua. Insomma, a sbloccare la situazione è arrivato uno della concessionaria, avvisato da mia moglie, che si è messo al posto di guida ed ha portato fuori la vettura lasciando lateralmente almeno un 30 cm di spazio per parte.
Ecco, queste persone le troviamo anche davanti alle scuole. Il problema è che quando si piantano in mezzo alla strada convinte di non passare dal pertugio lasciato disponibile grazie ai bei parcheggi di cui abbiamo parlato sopra, creano il tappo. Loro non passano e così facendo bloccano sia quelli dietro sia quelli che marciano in senso contrario.

GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

Poi ci sono i romanticoni. Avete presente i baci sotto il vischio? Quelli sotto la Tour Eiffel? Quanto sono romantici? Eh? Smack smack smack. Che dolci.

Ecco. Poi ci sono quelli che decidono che il luogo ideale per salutare i pargolicoccolosiamoridellalorovita è ESATTAMENTE sulla soglia del cancello di ingresso, larga un metro scarso. Si piazzano lì, accanto alla progenie munita di zaini, per un ingombro totale pari a quello di una barriera su punizione di Cristiano Ronaldo. Il tutto alle 8:05 con orario massimo di ingresso alle 8:10, mentre arrivano centinaia di bambini accompagnati dai loro genitori. E se cortesemente accenni un “Scusi…” per far capire che non lasciano passare (e che in realtà sta per “Scusi ma le sembra il caso di piazzarsi proprio in mezzo alle palle nell’ora di punta???“) spesso si scostano con una faccia che sembra dire “Ma tu guaVda questo cafone che non mi lascia salutaVe peV bene la mia Chanel” (poi una volta vi racconterò perché ho scelto questo nome per l’esempio…).

Infine, giusto perché non voglio proseguire (almeno per oggi) con l’elencazione, ci sono i nobili. Oh, sono dei signori, mica come noi che siamo dei plebei. Forse si meravigliano che non sia stata introdotta una sorta di apartheid basata sulla dichiarazione dei redditi. O almeno, così sembra. Perché l’impressione è che siano stati allevati da schiere di camerieri e che tutto sia loro dovuto per diritto divino. Dite di no?

Beh, mi capita spesso, una volta attraversato il cancello di cui sopra, di tenere aperta la porta di ingresso per far entrare mio figlio ed ovviamente faccio passare anche i bambini che lo seguono. Alcuni da soli, alcuni accompagnati dai genitori. E poi, quando finisce questo flusso, ci sono i genitori di prima che devono uscire. Beh, sapete che a volte diventa dura mollare la presa della porta? Perché prima che ci sia qualcuno che vedendo che gli tieni la porta aperta si degni di metterci una fottutissima manina e magari di accennare un sorriso o addirittura un “Grazie“, possono passare minuti, lunghissimi minuti. Molti non ti guardano neppure in viso. Ma l’ho capito il perché, probabilmente perché non indosso la livrea regolamentare e non mi tolgo il cappello al loro passaggio.  

Ora, voi magari penserete che stia esagerando, ma vi assicuro che ogni mattina, quando vengo via dalla scuola, mi chiedo perché. Perché certe persone non si rendono conto che il mondo non ruota soltanto intorno a loro? Perché danno questo esempio ai loro figli?

E soprattutto: perché anche oggi non ho fatto una strage?

Boh…

Un pensiero riguardo “Ogni mattina… (cronache di un genitore inviperito)

  1. Io mi chiedo perché queste persone facciano figli. Perché se è vero che i figli non hanno le colpe dei genitori, è ance vero che probabilmente cresceranno male e maleducati a causa dei loro genitori.
    Che Dio/Allah/Jahve/Geova/Buddha/Berlusconi/Zeus/Niente (scegli il preferito) ce la mandi buona!

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