PD: due pesi e due misure. E io sto con la Marini.

Caterina Marini, consigliere di circoscrizione del PD di Prato, è salita alla ribalta delle cronache alcuni giorni fa per un post da lei pubblicato sulla sua pagina Facebook:

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Il 21 giugno, intervistata da La Nazione, in riferimento al post ha dichiarato: “L’ho tenuto su Facebook per un quarto d’ora. Poi l’ho cancellato. E per me sarebbe finita lì. Quando sono andata alla tastiera avevo in corpo tutta la rabbia del mondo. Mi sentivo anch’io violata assieme a Giulia e ai miei genitori, le cose più importanti che ho. E ho pensato che tante volte Bianca la mia bambina di due anni sta in quella casa con loro. E ho immaginato cosa avrebbe potuto succedere. Ho scritto con la rabbia che avevo in corpo e mi sono pentita quasi subito cancellando tutto. Ma qualcuno evidentemente ha fotografato la pagina e l’ha diffusa“. Ed ha aggiunto: “Mi scuso con tutti, mi sono subito pentita, ma ho agito di getto. Non è ammissibile che si venga violati in casa in quel modo. E dobbiamo ringraziare il cielo se non è accaduto di peggio“.

L’intervista prosegue, evidenziando il fatto che nel post si fa riferimento ad un magrebino, che dalla sorella della Marini sarebbe stato identificato come europeo. Ed alla domanda sulla reazione in caso si fosse trattato di un italiano, la risposta è chiara: “Lo maledirei come ladro italiano. Certo, ho sbagliato a inveire contro gli stranieri, ma non mettiamo la testa sotto la sabbia“.

In mezzo ad un polverone di critiche di ogni tipo e del “processo” avviato nei suoi confronti dal partito di appartenenza, il PD, che l’ha subito emarginata, io mi sento di stare dalla parte della Marini.

Lo scrive lei stessa nel rispondere a chi le chiede informazioni sul suo stato: dice di essere sconvolta. Soprattutto, come preciserà poi nell’intervista, al pensiero che potesse esserci sua figlia in casa in quel momento. E allora mi chiedo: tutti questi benpensanti che oggi puntano il dito contro di lei, sono forse in grado di lanciare la prima pietra? Non hanno mai avuto una reazione emotiva contro qualcuno che avesse in qualche modo messo a repentaglio la sicurezza dei loro familiari?

Io sì. La settimana prima del mio matrimonio i ladri sono entrati in casa dei miei genitori aspettando che uscissero ed in pochi minuti hanno fatto quello che dovevano fare, portandosi via, tra le tante cose, un orologio di mio padre dono di mia madre per il matrimonio. E vi posso assicurare di aver pensato molto di peggio rispetto a quello che ha detto la Marini. E lo stesso hanno sicuramente pensato degli amici di famiglia quando, molti anni fa, si trovarono un ladro in casa all’ora di pranzo mentre allattavano la loro bimba di pochi mesi.

Solo che, ovviamente, se la Marini avesse detto le stesse cose riferite ad un italiano, non sarebbe successo nulla.

Continua ad essere in vigore in Italia un clima in cui tutto si può dire/fare a meno che non sia riferito ad extracomunitari. Ed infatti, la prima reazione del PD è stata quella di mettere al bando il Consigliere, emarginarla e successivamente farla “politicamente” fuori. Perché non è consentito dire certe cose, neanche se subito dopo, a mente un po’ più fredda, si ammette l’errore. Neanche se si conferma che non c’è alcun fondamento razzista nella reazione di un attimo.

In quei giorni montava anche la polemica sul caso I.I.I.: . Estremamente gustoso il quadro ricreato da Il Giornale, che il 22 giugno scorso scriveva: “Certo, quel profilo austero, quasi monacale, tutto rigore e fatica, contrasta con il pasticcio affiorato in questi gironi: la famiglia che si divideva con una certa ubiquità, come i grandi santi, fra due prime case a Santerno, periferia di Ravenna, e in questo modo dribblava Ici e Imu, e poi l’abitazione che era anche palestra e attività commerciale e non coincideva con quel che appariva“.

Tuttavia, il centro del discorso è il titolo usato da Il Giornale: “La Idem fa la gnorri sull’Imu, ma il partito chiede chiarezza“. Quello che non mi torna, è proprio la reazione del partito.

Josefa Idem, da parte sua, ha reagito ai dubbi ed alle domande con una certa arroganza, ricordando di essere una campionessa olimpica, non una commercialista. Come se tutti quelli che pagano le tasse dovessero essere commercialisti e soprattutto sottolineando non la sua immagine da sportiva (sportiva modello, per carità), ma da “campionessa olimpica”, come a mettersi alcuni gradini al di sopra del popolo.

Quel popolo che lei rappresentava, in quel momento, come Ministro ed al quale doveva dare spiegazioni, possibilmente non evasive. Non certamente dicendo “Esigo che mi si creda“, come se le sue parole potessero valere più di quelle di un qualsiasi cittadino che, normalmente e per nostra somma gioia, in Italia viene ritenuto colpevole fino a prova contraria

Il legale dell’ormai ex Ministro ha precisato che “Non è vero che il ministro Idem non ha pagato Ici e Imu, c’è stato un ravvedimento operoso“: in pratica è stato fatto un pagamento oltre le scadenze previste. E sulla questione della destinazione d’uso del fabbricato ha precisato che “non si rilevano violazioni di carattere penale, ma solo amministrativo in relazione alla mancata presentazione dell’agibilità. Ha pagato la sanzione il giorno successivo alla notifica”. 

Ma come stanno veramente le cose? Questo è ancora da vedersi.

Tuttavia, il PD, lo stesso partito che ha condannato la Marini per delle parole che non costituiscono reato non ha preso le distanze, nell’attesa di avere chiarezza sull’accaduto, da un Ministro che potenzialmente poteva essere responsabile di una evasione fiscale. Da una parte c’era la sicurezza di parole non condivisibili, quelle della Marini, messe nero su bianco, la certezza di un gesto sicuramente maleducato (per quanto, secondo me, pienamente giustificabile); dall’altra c’era il dubbio che un Ministro avesse fatto il furbetto commettendo un reato. E concedendo il beneficio del dubbio alla Idem, ammettendo che le cose siano andate veramente come lei sostiene e che dunque ci sia stata tutta la buona fede del mondo e si sia trattato esclusivamente di un ritardato pagamento, bisogna ammettere che almeno in un primo momento tutta questa sicurezza non poteva esserci. Soprattutto dopo le numerose vicende emerse negli ultimi mesi a carico di politici di varie fazioni. Mi chiedo anche come mai quando al centro di vicende simili si trova qualcuno di altra fazione politica, si chiedono le immediate dimissioni, ma questo è un altro discorso.

Evidentemente il beneficio del dubbio si può concedere alla Idem, anche se dice cose che fanno incazzare, come il suo “…non c’è nulla di così grave“. Lo vada a spiegare al pensionato genovese che per poche decine di euro non pagati si trovò la casa pignorata da Equitalia. Gli vada a spiegare che “non c’è nulla di così grave”. 

Altrettanto benevoli, invece, non si può essere nei confronti di una donna che si spaventa a morte perché teme per l’incolumità dei suoi cari. No. Bisogna mantenere il sangue freddo, non si può essere presi dall’emozione. Flemma inglese come Carlo d’Inghilterra che rimase immobile mentre tutti si buttavano a terra sentendo degli spari. 

Due pesi e due misure. E io sto con la Marini.

Le idee di Renzi non hanno perso

L’esito di qualsiasi elezione rappresenta, in Italia, il festiva della bugia. Chi vince, magari di una manciata di voti, parla di vittoria netta; chi perde, magari del 15-20%, parla di risultato storico. Tutte cazzate, dette perché molto spesso non si sa vincere e quasi mai si sa perdere. Di questo gruppo di venditori di fumo non fa sicuramente parte Matteo Renzi.

Lo ha dimostrato ieri: la vittoria numerica di Bersani è stata evidente, netta, palese. Usate voi il termine che volete. Ed il gesto di grande civiltà di Renzi è stato quello di ammetterlo. Continua a leggere “Le idee di Renzi non hanno perso”

Le primarie: il giorno dopo

Scrivo questo post mentre sono in corso le primarie del PD.

Sulla pagina Facebook mi sono sbilanciato dicendo che vincerà Bersani, l’uomo che rappresenta la continuità con il recente passato che, nonostante ciò che dice Renzi, la sinistra non vuole abbandonare.

Ovviamente è solo il mio parere e posso sbagliarmi.

Adesso, però, provo a dire ciò che succederà domani.

Ci sarà, ovviamente un vincitore e quattro sconfitti. Cosa faranno questi?

Ci ricorderanno che il loro risultato è stato significativo e che dunque bisogna tenere conto della volontà di chi li ha votati. Tradotto: caro vincitore, non puoi guidare il PD senza di me.

Diranno che la volontà di un gran numero di elettori non è di avere quel vincitore.

E così facendo confermeranno che le primarie sono solo una presa in giro e che in realtà nessuno, tranne il vincitore, è pronto ad accettare veramente l’esito del voto.

In caso di ballottaggio il tutto sarà ancora più evidente: la vittoria dipenderà dalla direzione che prenderanno i voti di chi non prenderà parte alla corsa ma avrà ottenuto un 10-15% (non credo di più e potrebbe trattarsi di Vendola, perché Tabacci e la Puppato certe percentuali le vedono col binocolo). Quindi sarà la solita corsa alle alleanze, agli accordi più o meno sotto banco. Ed alla fine vincerà sì chi avrà avuto il maggio numero di voti, ma sarà un risultato dovuto non al programma (quello votato dai cittadini) bensì alle promesse di futura collaborazione tra i candidati. Altro che confronto diretto…

Mi sbaglio?

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Le primarie: che gran puttanata…

Mi prendo questo piccolo spazio per una semplice riflessione sulle primarie del PD e del PDL.
Cominciamo dal PD,che ieri mi ha gentilmente mandato a casa questa pubblcità:

Quindi: non solo il PD presenta cinque candidati che fanno capo a correnti, partiti e posizioni spesso totalmente in opposizione tra di loro, ma nella campagna pubblicitaria uniscono come sinonimi le primarie e quelle che saranno poi, in un secondo momento ,le elezioni vere e proprie. Non ti dicono “Scegli quello che sarà il tuo candidato Presidente del Consiglio” ma passano direttamente al passo successivo.

Che è successo? Napolitano eleggendo Monti Presidente del Consiglio ed infischiandosene del parere degli italiani ha fatto scuola?

E a destra cosa succede? Il delirio totale.

Ad oggi si sa quanti saranno questi benedetti candidati? Non ancora, almeno non credo, visto che l’elenco cambia ogni giorno.

Fino a due giorni fa c’era la Mussolini, che poi ha detto che si onorerà di non partecipare alle primarie, definite “un masochistico strumento politico”. Dubbio n°1: non lo sapevi prima? Dubbio n°2: quindi non è che non ti candidi perché conti come il due di bastoni quando briscola è fiori?

Io davvero non capisco come possano pensare nel PDL di poter dare una svolta al Paese quando per decidere il candidato alla Presidenza del Consiglio si fa una lista di almeno una dozzina di nomi di cui almeno la metà prenderà meno del 10% (magari il 4-5%). Non si fa altro che riportare nell’ambito delle primarie il caos che regna nelle normali elezioni, in cui troviamo decine di liste che prendono dallo 0,5  al 2-3%.

Perché candidarsi alle primarie se si ha una prospettiva di voto che non arriva alla doppia cifra? Perché andare a creare del casino e basta? Questo è il modo “nuovo” con cui si pensa di governare il Paese?

Così le primarie non sono più un modo democratico per dare ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio candidato, ma la soluzione che i partiti hanno trovato per risolvere le faide interne lasciando a noi il compito di fare ciò che loro non riescono o non vogliono fare, cioè scegliere.

Se esistesse una linea condivisa all’interno di uno schieramento che vorrebbe governare e che quindi deve mostrare un minimo di stabilità (= credibilità), ci troveremmo davanti una così ampia e variopinta gamma di scelta?

Io direi proprio di no…

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