Non andrà nessuno al funerale dell’italiano


Lo penso da tempo ed oggi ho avuto la conferma: l’italiano, come lingua, sta morendo ed al suo funerale non andrà nessuno.

Manifesto Funebre Lingua italiana

Da anni proliferano in giro questi personaggi che scrivono libri tipo “Diventa imprenditore di te stesso“, “Crea un brand di successo“, “Fai soldi con la marmellata di tricheco“. Roba che vedo più spesso in autogrill che in libreria e che personalmente non mi interessa. Non dico che non debba interessare ad altri, dico solo che la maggior parte di questi mi sanno di acchiappacitrulli. MA, ripeto, questa è solo una mia opinione personale. Secondo me si migliora come persone, ci si evolve come professionisti, in altra maniera.

Detto questo, ieri ho visto il video di uno che ho poi scoperto essere un personaggio pubblico. Teniamo presente che, giusto per avere un’idea di ciò che può voler dire, grazie a YouTube anche una scimmia che scorreggia diventa un personaggio pubblico.

Ad ogni modo, questo personaggio, tramite la sua pagina Facebook, condivide con i suoi (tanti) follower dei video in cui, in realtà, non parla, ma si limita a far scorrere il testo su uno schermo. Non so il perché, ma mi sono incuriosito ed ho atteso che il concetto venisse espresso (nel frattempo, sinceramente, mi sono fatto due palle così). Comunque, ad un certo punto ho interrotto il video e sono tornato indietro di qualche secondo per rileggere bene ciò che mi era sembrato di vedere. E rileggendo ho avuto la conferma. Il testo diceva: 

[…] Pensi che non è vero…

E già qui è partito un brivido, in quanto in italiano la forma corretta è “Pensi che non sia vero“. Ma armato di coraggio leonino ho proseguito la visione e poco dopo mi sono trovato a leggere:

[…] Mette di cattivo umore a chiunque“.

A chiunque“??? Ho pensato che lo spirito di Io speriamo che me la cavo si fosse impossessato di questa persona.

Non ce l’ho fatta, è stato più forte di me ed ho scritto un commento sulla sua pagina Facebook facendogli notare che nell’organizzazione di corsi di formazione sarebbe auspicabile l’uso della lingua italiana, perché avevo notato un paio di errori da penna rossa (dimenticandomi, peraltro, una parola). Il personaggio in questione ha incassato il colpo con un diplomatico “Grazie. Non faccio corsi di grammatica“.

Il ché è diplomatico, sì, ma è anche una risposta un po’ del cavolo. In un compito di matematica non si può scrivere che “2 + 2 fosse uguale a 4″ perché “non è un compito di italiano”. Diciamo che, essendo il suddetto personaggio uno che invita a prendere la vita col sorriso, una battuta ci stava bene per chiudere la questione.

Ma non l’ha fatto (si vede che lui non prende la vita col sorriso, tranne quando conta i soldi che guadagna con chi gli crede). Io, invece, sono notoriamente un rompipalle ed ho ribattuto che usare l’italiano sarebbe comunque la scelta migliore, aggiungendo i due errori cui avevo fatto riferimento.

Sapete cosa è successo? Questo:

Schermata

In pratica: nessuno si è accorto degli errori di grammatica (e già questo è triste) ma nel momento in cui li si fa notare scatta quell’atteggiamento altezzoso, come a dire “sei un poveraccio, non capisci che l’importante è altro“.

E no, cari miei coglioncelli che abboccate all’amo di qualunque bipede si presenti su un palco col microfono per dirvi che state per migliorare la vostra vita. Non è così che funziona. Checco Zalone fa ridere, ma se uno parla così in un altro contesto fa piangere.

Capite? Il mio era un commento “fuori luogo“. Eh, sì. Perché è molto più importante l’effetto positivo che ha avuto questo tizio sulla vita della tipa che mi ha risposto, che grazie a lui ha sicuramente svoltato. E io penso: sarà anche vero, ma allora… cavoli che vita di merda dovevi avere se per cambiartela è bastato l’intervento di uno che non supererebbe l’esame di quinta elementare.

Sia chiaro, non ce l’ho con questi personaggi, che non fanno altro che fare il loro lavoro. Non è una questione di utilità ed inutilità: tutto e utile come tutto può essere inutile. Anche le zanzare hanno un loro significato. Se poi uno trova giovamento dal seguire i loro consigli, tanto meglio, felice per lui. E sono sincero.

Però non foderiamoci gli occhi di prosciutto. Cerchiamo di essere un minimo critici. Come fa ad essere credibile uno che dialoga di massimi sistemi se poi fa errori che neppure uno studente di quinta elementare farebbe?

Questa è la situazione. Ed il risultato è che oggi si terranno le esequie della lingua italiana, che da elemento di unità popolare diventa tappetino di ingresso per pulirsi le scarpe.

Non fiori (perché sono petalosi e non sarebbe proprio il caso) ma opere di bene. Quelle sì. Ad esempio, basterebbe capire che quello che usiamo su WhatsApp non è l’italiano.

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